Cosa sono le fonti di finanziamento?

Cosa sono le fonti di finanziamento?

Sono le liquidità che servono per l’acquisto di beni, risorse e servizi finalizzati alla produzione. Possono appartenere all’impresa o a finanziatori terzi, ad esempio istituti creditizi, bancari e Fintech. Ecco le principali operazioni effettuate con le fonti di finanziamento:

  • pagamento tributi
  • acquisizione fattori produttivi
  • saldo prestiti
  • acquisto immobili
  • progetti migliorativi.

Fonti appartenenti all’impresa

Fanno parte del capitale proprio:

  • utili non distribuiti, per promuovere piani di rientro, risanamento e sviluppo quando i tassi di interesse bancari risultano più alti di quelli sostenibili
  • autofinanziamento da costi non monetari, vale a dire quelli che non generano flussi di cassa verso l’esterno
  • beni o liquidità messi a disposizione da titolare e soci (conferimenti).

Capitali esterni all’azienda

I finanziamenti da saldare si classificano, a seconda della durata, a termine:

  • breve (entro i 18 mesi)
  • medio (1 anno e mezzo-5 anni)
  • lungo (oltre i 5 anni).

La distinzione in base alla finalità, invece, comprende debiti di:

  • finanziamento (da rimborsare entro una data precisa e a un certo tasso di interesse)
  • regolamento (proroghe e dilazioni).

Apertura di credito: che cos’è

Sono i prestiti da saldare entro un breve arco di tempo, in linea con le condizioni della banca di appoggio. Dobbiamo distinguere tra crediti per:

  • firma, riscossi in seguito all’offerta di una garanzia personale
  • cassa, ottenuti dalla cessione di titoli per un corrispettivo in denaro.

Fidi bancari

Fanno fronte alle spese ordinarie dell’impresa. Si concedono dopo un’attenta verifica della solvibilità del cliente (istruttoria di fido). Consentono di scendere al di sotto del saldo, entro un tetto predefinito e con restituzione non oltre i termini concordati con la banca.

 

Crediti in conto corrente

Previo accertamento del rating, le banche possono concedere alle aziende i cosiddetti “scoperti di conto”, vale a dire delle somme (fino a un certo margine) per far fronte a eventuali urgenze. Si distinguono aperture di credito:

  • ordinarie (a saldo negativo)
  • per elasticità di cassa (versamenti e prelievi frequenti).

Sconto

In questo caso, l’istituto bancario anticipa all’azienda un credito che non abbia raggiunto la scadenza, al netto degli interessi. Le condizioni per stipulare l’accordo sono:

  • firme di almeno 2 soggetti non segnalati al CRIF e in grado di produrre reddito
  • compatibilità al pagamento presso uno sportello bancario
  • scadenza compresa tra 1 e 4 mesi.

Tra gli effetti prestanti allo sconto si ricordino: cedole di pegno, cambiali, titoli di Stato, fatture.

 

Accredito di portafoglio SBF (salvo buon fine)

Consiste in uno smobilizzo di fondi da parte dell’istituto di credito a favore dell’impresa, che può avvenire:

  • immediatamente, cioè in anticipo rispetto alla scadenza della ricevuta bancaria (Ri.Ba.)
  • a maturazione della valuta, con accredito dell’importo a decorrere da termine previsto.

Ma ecco come si apre un credito per portafoglio:

  • il rappresentante dell’azienda va in banca con le Ri.BA.
  • l’istituto verifica i requisiti per fido e castelletto
  • dopo i controlli di routine, le Ri.BA. vanno in accettazione
  • la banca fa un giroconto con valuta in giornata
  • eseguita l’operazione, l’impresa si ritrova con un importo a debito, che include la commissione per l’incasso.

Anticipi sulle fatture

Questa opportunità rappresenta l’alternativa a cambiali e Ri.BA.: l’impresa cede un credito alla banca, per ottenere un anticipo sulle fatture. I passaggi per ottenerlo sono:

  • pervenimento delle cedole firmate e timbrate all’istituto di credito
  • attesa della verifica su castelletto, fido, ragione sociale e scadenza entro i 4 mesi
  • inizio pratiche per la cessione della somma
  • redazione del documento che attesta l’avvenuta operazione
  • anticipo del 70-80% del credito
  • versamento alla banca da parte dell’impresa debitrice, entro i termini stabiliti.

Anticipi bancari

In cambio di un bene ceduto in garanzia, viene concesso un prestito di pari valore, da restituire entro un determinato arco di tempo. Da parte sua, la banca:

  • deve custodire il bene in modo da preservarne l’integrità
  • può venderlo in caso di inadempienza del venditore.

Tipologie di anticipi

In base al tipo di prelievo si distinguono anticipazioni:

  • a scadenza fissa, con un unico prelievo e al netto degli interessi
  • in conto corrente, prelevabile a più riprese, con tassi di interesse calcolati sulle singole transazioni.

A seconda del bene offerto come garanzia, invece, si classificano anticipi su:

  • merci non deperibili
  • titoli
  • altri valori.

Obbligazioni

Sono titoli al portatore e permettono di by-passare l’ostacolo dell’ente bancario. Le somme richiedibili non possono andare oltre il doppio del capitale sociale, ma permettono di dilazionare gli importi nel medio-lungo periodo.

 

Quali tipi di obbligazioni esistono?

Ecco i titoli obbligazionari tra cui i risparmiatori possono scegliere:

  • warrant (con buono che permette l’acquisto di titoli)
  • a cedola zero (rimborso elevato, ma senza interessi)
  • convertibili in azioni (possibilità di trasformarli in titoli)
  • indicizzati (con somma da restituire calcolata in base al tasso di inflazione).

Quelli al di sotto del valore nominale (sotto la pari) sono più convenienti per il possessore.

 

Prestiti a medio-lungo termine

La garanzia è un’ipoteca sui beni immobili, sui quali l’istituto creditizio può rivendicare i propri diritti in caso di insolvibilità. La quota erogata è pari o inferiore al:

  • 70% del valore per un immobile
  • 50%, per una struttura in costruzione.

Oneri accessori e interessi rappresentano i costi da sostenere per il mutuo ipotecario, che il beneficiario può saldare in anticipo previo pagamento di una penale.