Riccardo Zanon, l’avvocato e consulente per il lavoro digitale
Riccardo Zanon è il professionista per chi cerca un consulente del lavoro per la propria attività o per la propria azienda.
Scopriamolo descrivendo inizialmente le mansioni dei consulenti del lavoro in generale, per poi approfondire la figura di Riccardo Zanon, la sua storia e le peculiarità.
Il ruolo del consulente del lavoro
Il consulente del lavoro si occupa soprattutto di gestione del personale dal punto di vista burocratico, contabile, economico e amministrativo. Nella sua forma base, suggerisce al datore di lavoro l’inquadramento migliore per i suoi dipendenti. Inoltre, redige e fa redigere busta paga. Ma non solo: si occupa anche dell’assolvimento degli obblighi previdenziali e assicurativi.
Il consulente del lavoro, seppur raramente, eroga un servizio di intermediazione in caso di contenzioso tra dipendente e datore di lavoro. Può contribuire inoltre all’esercizio della giustizia, in quanto può essere nominato come consulente tecnico (il cosiddetto CTU).
Insomma il ruolo del consulente del lavoro è noto e allo stesso tempo decisivo. D’altronde, il capitale umano è quello più difficile da gestire, in quanto richiede una quadra (a volte molto complessa) tra efficacia dell’azione imprenditoriale e rispetto dei diritti dei lavoratori.
Di certo, siamo in un campo diverso da quello del commercialista, benché contiguo. Quest’ultimo infatti non possiede le competenze necessarie all’ottimizzazione del rapporto datore di lavoro-dipendente, che – giusto per essere chiari – passa anche per il rispetto degli obblighi formali, la capacità dell’azienda di fare il proprio dovere anche da questo punto di vista.
Perché affidarsi a Riccardo Zanon
Riccardo Zanon si inserisce nel contesto di un professione, quella del consulente del lavoro, ormai ben codificata. Lo fa, però, riservandosi un enorme margine di manovra, apportando una concezione nuova, adottano un approccio più organicistico e completo.
In buona sostanza, Riccardo Zanon si pone come punto di riferimento per la gestione del personale tout court, e non solo dal punto di vista burocratico e contabile.
E’ consapevole di quanto il capitale umano sia importante per la crescita di un’azienda, e si pone l’obiettivo di aiutare i datori di lavoro a trattenere i dipendenti, a fare in modo che questi rendano al meglio e vedano l’azienda come la propria casa professionale. Lo fa certamente come tradizione vuole, ovvero assegnando a ciascun lavoro il giusto inquadramento, ma interviene su altre leve, che coinvolgono da un lato il concetto di benefit e dall’altro la gestione dell’ambiente lavorativo.
Riccardo Zanon, nella pratica, è quindi qualcosa di più di un consulente del lavoro. E’ un alleato per le aziende che vogliono crescere, e che hanno compreso l’importanza della forza lavoro, la necessità di compiere il cammino della crescita insieme al lavoratore, piuttosto che in contrapposizione a desso.
Un altro pregio di Riccardo Zanon consiste nell’approccio personalizzato. Si intende di dottrina, ovviamente, ed è in grado di proporre soluzioni standardizzate. Tuttavia, è capace anche di elaborare risposte precise, diverse da azienda ad azienda. Alla base, una spiccata abilità nell’analisi, nello studio del caso specifico, a cui si unisce una certa attitudine al pensiero laterale, finanche alla creatività.
Gli abiti di intervento
Ma cosa fa nello specifico Riccardo Zanon? Ecco una lista delle attività. Alcune delle quali appariranno “tipiche” della professione del consulente del lavoro – eppure irrinunciabili – altre più sui generis.
- Gestione cedolini paga,
- Creazione di sistemi retributivi,
- Elaborazione di sistemi premiali e incentivanti.
- Gestione del costo del lavoro,
- Contrattualistica del lavoro,
- Tutela dell’azienda mediante patti di non concorrenza,
- Gestione del welfare aziendale,
- E ovviamente altro ancora.
Anche solo da questa lista, si comprende come Riccardo Zanon ponga l’accento sul rapporto tra azienda e dipendenti non solo dal punto di vista burocratico, ma anche dell’esperienza che la prima è in grado di somministrare ai secondi.
Zanon è infatti consapevole che il vero tema sul tavolo sia la capacità dell’azienda di trattenere le migliori risorse umane, e di come queste siano – legittimamente – pronte a passare oltre, se non rilevano condizioni sufficienti. Ciò si traduce in un impegno all’elaborazione di un welfare aziendale che possa emergere rispetto alla media, e che faccia da sovrastruttura a un impianto retributivo consono ma non limitante per l’azienda stessa.